l'amante di lady Chatterley

Per tanti versi, un libro sorprendente.
Mi attendevo poco più di un romanzo d'appendice, mentre ho scoperto un'interessante contrapposizione tra Macchina e Natura, declinata nelle molte sfumature della vita quotidiana.
Pensavo che la fama di libro erotico fosse guadagnata da qualche scena pudicamente osé, e sono rimasta stupefatta davanti a descrizioni che anche nel 2010 non esiterei a definire scabrose... non mi meraviglio che nel 1928 si sia gridato allo scandalo!
Constance, una ragazza che ha ricevuto un'educazione liberale è sposata con un uomo invalido, baronetto di una contea industrializzata, dipendente dal lavoro minerario. Straziata dalla noia e dalle pesanti polveri delle cave di carbone, scopre una scintilla di vera umanità e fierezza nel suo guardiacaccia, un ex soldato dall'animo molto più raffinato di quel che il suo status sociale lascerebbe supporre.
Credevo che il finale sarebbe stato più convenzionale, l'esito naturale cui sembrano destinate tutte le adultere della produzione letteraria internazionale, capeggiate da Emma e Anna. Invece Connie ci sorpassa con la sua vitalità, con la sua manifesta insofferenza per l'abbrutimento ingrigente e con la sua sfacciata simpatia. Libera e colta, ha tanta forza da scegliere un uomo inadatto a sé non solo per condizione sociale ma anche per inclinazioni filosofiche, felice della sua povertà, così prepotentemente sensuale nella sua serietà e austerità: l'antitesi del cicisbeo romanzesco.
Lasciatevi stupire.

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