Jean Michel Jarre in Concerto

Il più recente tour di Jarre lo porta nelle varie regioni di Francia. Il Palais Nikaia che l'ha ospitato domenica scorsa non è all'altezza dell'evento: i sedili sono scomodi, è pieno di correnti d'aria, la struttura sembra uscita da un incubo architettonico degli anni Sessanta.




Pioniere della musica elettronica, l'artista ripropone alcuni dei suoi pezzi storici (Equinox, Rendez-vous, Oxigen, Cronologie..) e presenta strumenti musicali alternativi, ideati da lui, come l'arpa laser o un apparecchio a me oscuro che, quando viene modificato il campo di forza intorno a lui, emette un lamento sopranile struggente (Theremin). Si nota una certa tendenza alla grandiosità nella produzione di tratto sinfonico.

Senza dubbio ho avuto la fortuna di incontrare un maestro, che ben conosce il suo mezzo, per dote e per studio; lo si apprezza in via intellettuale, per una qualche familiarità con la teoria musicale, oppure visceralmente, lasciandosi trascinare da questa forma espressiva poco canonica. Io, amante dell'opera italiana e del concerto classico, sono nel primo gruppo, pur avendo testimoniato la commozione di molte persone presenti in sala accanto a me.

Lo spettacolo è completato da un apparato di luci ed effetti imponente, degno delle più moderne forme di visual-art che ormai imperversano nelle installazioni galleristiche di mezzo mondo. Il risultato, coinvolgente, è a prova di Carbamazepina. Come nel caso del farmaco, se il Mellotron non è la vostra gioia segreta, consiglio un titraggio lento... per evitare effetti idiosincrasici!

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