Il destino di un guerriero - Alatriste



Al capitano Diego Alatriste viene affidato il giovane Indigo dal suo migliore amico, in punto di morte nell’inferno delle Fiandre. Tra intrighi di corte, fanciulle volitive e misteriose, palermitani oscuri e inquietanti membri dell’inquisizione, si dipana la narrazione di cappa e spada (molta spada) ivi ridotta dai libri di Arturo Perez-Reverte.
Il film è non è disprezzabile, ma pecca di troppa violenza, ritmo lento ed eccessiva frammentarietà, a causa del solito tentativo di condensare in pochi minuti pagine e pagine di romanzo d’appendice. Viggo Mortensen è piuttosto convincente nel ruolo del soldato molto onorevole, idealista, sindacalista e testardo, ma non si può dire che sia trascinante. Gli altri comprimari sembrano tutti un po’ sbiaditi, persi nella fotografia dai toni terra bruciata, compreso il nostro grande LoVerso. Avrei preferito un taglio più profondo sulla prospettiva storica della spinosa questione Fiandre, che si coglieva meglio nel verdiano Don Carlos.
Finale depressogeno… e tutto sommato prevedibile.

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