Alta fedeltà



I trentenni di Muccino scompaiono di fronte a questo trentacinquenne della Londra Anni Novanta. Sembrano quasi persone mature.


Rob è appena stato lasciato da Laura e si trova davanti alla necessità di fare un triste bilancio, con i mezzi che impiega di solito per affrontare e decodificare la realtà: stila una classifica. In particolare, quella delle cinque fregature più importanti della sua vita, le cinque donne che gli hanno lasciato le cicatrici più profonde e che hanno deciso il corso della sua vita opaca.

Naturalmente il pensiero che sia la sua mancanza di propositività o di profondità a privargli l'esistenza di luccichio non lo sfiora nemmeno, fino a che Laura stessa non gli scrolla di dosso le sue ultime, piccole, sicurezze. Rob deve rimettere in discussione tutto, la sua responsabilità nell'aver abbandonato il college e nell'aver aperto un negozio di vinili di seconda mano che stenta a decollare, la sua concezione dell'amicizia e dell'amore. Ha paura della morte, di qualunque separazione -come in una incredibile sindrome da abbandono-, delle porte che si chiudono ad ogni scelta vera. Non ci si può legare per sempre ad una persona se si resta ancorati alla necessità della tachicardia del primo appuntamento. Magari crescendo un po' si scoprono i lati positivi degli appuntamenti con qualcuna che conosci già, e non è detto che la tachicardia debba sparire: certo, cambia. E poi, a pensarci bene, ciò che qualifica l'amore della tua vita, forse non è la sua classifica di dischi preferiti.


Parte male questo romanzo arcinoto, con un protagonista involontariamente maschilista e sfacciatamente infantile e meschino, ma migliora con il voltar di pagine, quando l'amarezza e l'ironia di Rob prendono il sopravvento sul tono lamentoso e gli impediscono di autocommiserarsi troppo. Molto lodevolmente, Nick Hornby non pretende mai che si solidarizzi con questo protagonista perdente e antieroe come pochi e si guadagna pian piano la fiducia del lettore.

Grande sfoggio di cultura musicale pop.

Commenti

  1. la forza di questo libro sta tutta nella cultura pop. da maschio non l'ho trovato particolarmente maschilista, mentre il fatto che sia fissato con la musica e le classifiche mi ha fatto subito entrare in empatia.
    dall'adattamento cinematografico (anche carino) mi aspettavo di più...

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  2. A questo libro sono molto legata. Forse perchè ho vissuto l'era delle musicassette :D
    Ho trovato carina anche la trasposizione cinematografica. Nick Hornby ha scritto cose leggere e divertenti. Non è letteratura, ma ogni tanto bisogna pur staccare il cervello..meglio farlo con un po' di intelligenza :D

    Cinlarella

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