Little Nemo in Slumberland


In effetti oggi pensavo di parlare di un argomento diverso, ma Google mi fa notare che ricorre il 107° anniversario di Little Nemo. 

Con questo personaggio oggi poco noto, Winsor Mc Cay portò il mondo del fumetto la dimensione onirica che Carrol aveva inaugurato nella letteratura con la sua Alice; Nemo apre, chiudendo gli occhi, la porta di un non-luogo dolcemente spaventevole ove le leggi della fisica si interrompono insieme ai rassicuranti reperi della quotidianità. Se a noi lettori i sogni del bambino sembrano colorati e surreali, talora perfino divertenti, non può sfuggire come invece ai suoi occhi siano essenzialmente incubi, per quanto meravigliosamente istoriati in pieno stile Art Nouveau: le tipiche espressioni con cui il protagonista è colto sono la paura, mentre cade nel vuoto, e una meraviglia che sfocia costantemente nello sbigottimento di fronte a panorami e personaggi irreali. 
I suoi viaggi nel reame di Morfeo hanno ispirato generazioni di fumettisti contemporanei, da Watterson a Moebius, a loro volta capaci di restituirci immaginari inusuali e oltremodo vividi. 
Ci resta solo un dubbio: che tipo di bambino sarà stato Nemo, da sveglio?

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