The Hunger Games: Catching Fire e Mockinjay

Ovvero, i due seguiti della saga letteraria di Suzanne Collins.

Trama del vol II: Katniss e Peeta, in occasione dei 75 giochi, sono rispediti nell'arena insieme ad altri veterani delle edizioni passate. Ogni distretto infatti invia un maschio e una femmina tra i vincitori ancora in vita. Riuscirà Peeta a proteggere la riluttantissima Katniss anche in questa edizione e a convincerla ad amarlo? La risposta alla prima domanda è evidente visto che c'è un vol.III. Alla seconda domanda rispondiamo pure di no. A Katniss piace da morire tenere un piede in due scarpe, Bella Swan deve prendere appunti.

Trama del vol III: Katniss si trova, volente o nolente, tra i ribelli che cercano di sollevare la popolazione contro il Capitolo (e visto che a parte il tiro al bersaglio la sua unica qualità è l'esser bella, più che altro fa la donna-copertina). Nelle oltremodo eccessive 400 pagine di libro, avrà modo di scoprire che il regime dei ribelli è marcio quanto quello precedente. Se le fosse piaciuto Calvino, in Fiabe Italiane sarebbe potuta giungere alla stessa conclusione leggendo la storia di Berta e Nerone. In circa trenta righe. Ma purtroppo il regime di Panem l'ha voluta ignorante.

So bene che i libri sono stati molto premiati per il ritmo e per il sottofondo politico, ma io non sono d'accordo affatto. 
C'era molta suspance nel primo (legata, come dicevo, all'intelligente artificio che ci rende complici e spettatori del reality show che tanto disprezziamo), ma quando si ritorna nell'arena nel secondo volume comincia la sagra del già visto. Per mantenere il ritmo serrato l'autrice aumenta, semplicemente, l'efferatezza delle morti -tanto continue che ci si anestetizza, o ne inserisce di assolutamente inutili al mero scopo di scioccare il lettore (quest'ultima piega, sopratutto nelle fasi finali del tomo III, tanto per sottolineare che lei non cede alle facili attrattive del finale lieto). 
Il mio personaggio preferito (Cinna, lo stilista con un cervello e un cuore) è praticamente assente se non per 100 sparute paginette, e perlopiù mi sono ritrovata a fare i conti con una protagonista che, tostissima all'inizio, diventa una lagna senza pietà per chi legge e due comprimari maschili poco dinamici. Sopratutto Gale ha il ventaglio sentimentale di un blocco di cemento.
Per lo stile vale quanto detto per il primo volume: sciatto, povero, insulso.

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